Nel mio articolo precedente vi ho dato qualche dritta su come si deve scegliere il proprio cane, ricordate? Lo ribadisco ragazzi, non scegliete il vostro nuovo amico peloso solo in base all’estetica e ai vostri gusti personali, ma date una larga importanza anche al tipo di vita che conducete e alle caratteristiche ed esigenze del cane che state per prendere. Volete o no avere un compagno di vita che vi assecondi e vi segua? Ok, allora puntate su un esemplare che abbia delle caratteristiche simili alle vostre. Senza dilungarmi troppo su un argomento che ho già trattato, ma che sottolineo essere molto importante, oggi vi voglio porre un nuovo quesito: sapete quando è meglio staccare il cucciolo dalla propria mamma? E perché è così importante rispettare i giusti tempi?
Mi è capitato più volte di sentire delle frasi tipo questa: ”È svezzato, mangia le crocchette, non ha più bisogno della mamma!”. Siete sicuri che la mamma serva solo per alimentare il suo cucciolo? In realtà non è così, è molto importante non allontanare il cucciolo dalla mamma prima del compimento del 60°/70° giorno perché sta vivendo una fase della sua vita che si chiama “educazione primaria”. La divisione del cucciolo dalla mamma prima di questa fase, potrebbe creare nel futuro cane adulto dei grossi problemi comportamentali perché gli viene tolta la possibilità di ricevere i giusti e adeguati insegnamenti. Si parla infatti di una vera e propria privazione sensoriale ed educativa. Durante le sue prime due settimane di vita il cucciolo è totalmente dipendente dalla madre, è come se fosse un’estensione della stessa. Il piccolo non ci vede ancora, non si regge bene sulle zampette, il suo udito non è ancora completamente sviluppato, non è in grado di gestire i suoi bisogni fisiologici e nemmeno di mantenere la giusta temperatura corporea.
A tutti questi aspetti sopperisce la mamma, che con dolcezza segue la sua prole e la indirizza verso il giusto senso. Tutto ciò che vive in questo periodo il cucciolo contribuisce a costruire i caratteri di base della sua futura identità. Queste esperienze gli serviranno per diventare un adulto capace di inserirsi nella società e di interagire con altri cani senza creare situazioni problematiche. La mamma in questa delicatissima fase della vita del cucciolo rappresenta una base sicura a cui far riferimento, con la sua esperienza incentiva gli atteggiamenti positivi, corregge o reprime quelli invece negativi o errati in quella data situazione. Il cucciolo è come una “spugna”, assorbe tutto quello che deriva dalla madre, che per lui è un grande esempio da imitare. Attraverso la comunicazione non verbale la madre insegna alla prole il modo corretto di interagire con i suoi simili.
Facciamo un esempio concreto. Se i cuccioli stanno giocando e uno di loro ha un atteggiamento troppo insistente, la madre interviene repentinamente e blocca il comportamento sbagliato, indirizzando il soggetto verso la giusta via da seguire. Se la cucciolata si trova in una situazione di pericolo, la madre riesce a mettere tutti in allerta, trasmettendo le sue emozioni del momento. È come se ci fosse un filo trasparente che li tiene uniti in tutto e per tutto. Se questo filo dovesse spezzarsi prematuramente, possiamo chiaramente immaginare che il cucciolo, privato di esperienze, non sia di grado di gestire la realtà e quindi metterà in atto atteggiamenti che da adulto potrebbero essere dannosi, come l’aggressività o addirittura il morso.
Non dimentichiamoci mai che le esperienze di vita del cane, vissute nei suoi primi due mesi di vita, sono importantissime: sono qualità che quell’individuo porterà con sé per tutta la vita, è un segno indelebile che marchia a fuoco il cane e difficilmente si può modificare. Dopo le prime settimane di tutoraggio la madre permette ai suoi cuccioli di cominciare a esplorare il mondo circostante con le giuste misure. Inizialmente permettere loro di allontanarsi da lei per brevi spazi ma fa capire loro che dopo queste piccole esplorazioni devono tornare subito indietro; durante questi piccoli spostamenti non li perde mai di vista e se dovessero sorgere dei problemi, lei sarà sempre pronta ad intervenire. Dopo questa prima fase di piccole esplorazioni, la madre permette ai cuccioli di prendere sempre più distanza, perché il grande insegnamento che vuole trasmettere loro è il diventare autonomi. L’autonomia in parte viene raggiunta non prima dei due mesi di vita ed è per questo che non bisognerebbe mai spezzare questa catena. Purtroppo per motivi diversi a volte succede: per inesperienza degli allevatori, abbandoni di cuccioli nati in casa, randagismo. Tutte situazioni che fanno perdere al cucciolo la possibilità di seguire un percorso di crescita idoneo per essere in futuro un adulto con le giuste capacità.
Quindi quando andrete a prendere il vostro amico, fate molta attenzione a dove ha vissuto nei suoi primi due mesi di vita, se ha avuto la possibilità di fare le giuste esperienze tutorato dalla mamma. L’educazione del cucciolo non termina di certo lì, ma nel momento in cui portiamo a casa il nostro 4 zampe, dobbiamo essere consapevoli che la madre ha passato a noi il testimone per continuare insieme un viaggio bellissimo ricco di esperienze e di soddisfazioni, solo però se sono state gettate le giuste fondamenta.
Cristina Spreafico